Negli ultimi anni università e società si stanno concentrando in misura sempre maggiore sul riciclo di numerosi materiali e sull’attenzione allo smaltimento dei rifiuti. Non a caso sono nate diverse aziende specializzate in questo settore come la Nova Ecologica (www.novaecologica.it), leader anche nel settore dell’autospurgo a Roma.
Tra le tante cose, ci si sta concentrando spesso anche sul recupero degli scarti alimentari, in modo da risolvere, almeno in parte, il problema dello smaltimento rifiuti trasformandoli in materie prime, quali: carburante, bioplastiche e carta.
Si tratta di sperimentazioni di grande interesse che hanno aperto prospettive nuova sul tema della gestione dei rifiuti domestici e degli scarti industriali, con vantaggi enormi per l’ambiente.
In Italia
Non si può mancare di citare la brillante intuizione dell’ingegnere Alberto Volcan il quale ha brevettato un sistema che trasforma gli scarti delle mele in carta, in pelle ecologica e in una speciale colla ad alta tenuta.
Per combattere l’inquinamento a causa della troppa plastica, invece, vediamo la produzione di polimeri biodegradabili naturali, quindi, di origine non petrolchimica. Insomma, delle plastiche ecologiche che si otterrebbero dagli scarti della lavorazione del pomodoro. La ricerca ha da due presupposti fondamentali: l’importanza di questo tipo di industria in Italia e l’ingente quantità di rifiuti che comporta la lavorazione del pomodoro sia in termini di smaltimento che di impatto ambientale. Insomma, come prendere due piccioni con una fava!
Restiamo in Italia per stupirvi con un’interessantissima intuizione: recuperare i fondi del caffè per trasformarli in antiossidanti ed energia pulita. In tal caso, non parliamo di scarti d’industria ma di rifiuti domestici veri e propri. Oltre ad essere usati per migliorare le condizioni della terra delle vostre piante in vaso, è provato scientificamente che i fondi di caffè possono avere anche altre vite. Dopo un primo processo di estrazione, da cui si recuperano i polifenoli, si ottengono residui dotati di un grande potere calorifico, superiore persino a quello del legno. Questi, possono essere utilizzati come pellet per l’alimentazione di stufe e caldaie.
L’idea però può essere praticata solo nel contesto di una raccolta differenziata efficiente che comporta l’impegno di tutti i cittadini e delle Amministrazioni locali.
L’Inghilterra e la cioccolata
Se ci spostiamo in Inghilterra, vediamo come la Ecotec, società che produce biodiesel dall’olio di cottura degli alimenti, abbia sperimentato una soluzione originale che fa concorrenza ai combustibili fossili ma è infinitamente meno inquinante: ricavare carburante dagli scarti della cioccolata. Ben 7.200 km a fronte di 80.000 tavolette di cioccolata!