Si fa presto a dire “latte”. Ma intorno a un alimento così semplice ci sono tanti termini che contribuiscono a creare una certa confusione. Cosa significa latte UHT? Che cos’è il latte crudo? Rimettiamo ordine riassumendo le caratteristiche di tutti i tipi di latte in commercio.
Innanzitutto due domande che sembrano banali, ma non lo sono. Dal 2017 tutti i tipi di latte (e i derivati) devono riportare in etichetta il paese d’origine. In Italia la normativa in materia è più severa che in altri Paesi a garanzia della tracciabilità e della sicurezza del consumatore.
Ricordiamo che, per la sua importanza in una dieta bilanciata, le linee guida del Ministero della Salute raccomandano il consumo quotidiano di latte o yogurt (tre porzioni da 125 g al giorno). Ciò non riguarda prodotti di origine vegetale impropriamente denominati “latte”.
I tipi di latte si distinguono per il contenuto di grassi. Il latte intero deve averne almeno il 3% (64 kcal per 100 g). Se rispetta determinati parametri in quanto a valori nutrizionali, il latte fresco intero può essere definito “di alta qualità”. Mediante una centrifuga che separa la componente lipidica, o crema di latte si ottengono il latte parzialmente scremato (1,5-1,8% di grassi, 46 kcal) o scremato (0,3%, 36 kcal). Gli altri valori nutrizionali restano sostanzialmente invariati.
Anche in base ai trattamenti effettuati per la conservazione avremo differenti tipi di latte:
Fresco pastorizzato. Ovvero sottoposto a “pastorizzazione”: tecnica introdotta nell’800 dal biologo Louis Pasteur che consiste nel riscaldamento a 72-80°C per 15-20 secondi. Serve a rendere inattivi tutti i patogeni e consente al latte di durare una settimana in frigorifero.
Microfiltrato pastorizzato. Questo latte è stato fatto passare attraverso cartucce filtranti che riescono a trattenere sia i batteri sia i globuli di grasso. Il latte scremato così ottenuto viene poi pastorizzato e dura circa 10 giorni in frigorifero.
UHT: “Ultra High Temperature”. Questo latte è sottoposto a trattamento termico ad almeno 135°C per 1-3 secondi, con l’eliminazione quasi completa di tutti i microorganismi. Nella confezione chiusa dura 90 giorni a temperatura ambiente.
Alto-pastorizzato o "pastorizzato ad alta temperatura”. È sottoposto a temperature tra 80°C e 135°C per circa 1 secondo. Ciò prolunga la conservazione fino a 25-30 giorni in frigorifero. Il ridotto stress termico preserva maggiormente le caratteristiche del latte.
Esiste una leggenda metropolitana per cui il latte invenduto sarebbe ritirato e sottoposto nuovamente a pastorizzazione per poi tornare in commercio. Si tratta di una falsa informazione, priva di ogni fondamento.
Tra i tipi di latte in commercio si trova il latte crudo? Il riscaldamento, per quanto in modo non significativo, altera le caratteristiche del latte. Il latte crudo è quello che non ha subito alcun trattamento termico dopo la mungitura, se non la refrigerazione. Si può trovare in commercio, soprattutto sfuso. Tuttavia può essere consumato solo previa bollitura (come riportato per legge in etichetta o sul distributore).